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Federico Faruffini | Romantic / Realist painter


Federico Faruffini (1831-1869) was an Italian painter** and engraver of historical subjects, in a style that combines the styles and themes of Realism with the diffuse outlines and lively colors of Scapigliatura painters - Artistic movement that developed in Italy after the Risorgimento period (1815–1871). The movement included poets, writers, musicians, painters and sculptors. The term Scapigliatura is the Italian equivalent of the French "bohème" (bohemian), literally meaning "unkempt" or "dishevelled"..


Born in Sesto, a commune now inside the metropolitan area of Milan, he initially trained with Trecourt in Pavia. He befriended Tranquillo Cremona** and accompanied him to Milan and Venice. He traveled with Giovanni Carnovali.


In the 1864 exposition at the Brera, he submitted a watercolor, Coro della Certosa di Pavia, and four oil canvases: Scholars of Alciato, an Annunciation, Cordello e Cunizza, and his Machiavelli and Borgia, which he both painted and engraved, and for which he received a medal in 1866.
His Sacrifice at the Nile was painted for the 1865 exhibition. In 1867, at the Paris Salon, he was awarded** a first prize medal for a paintings of Borgia and one of The death of Ernesto Cairoli.
Lack of recognition and financial difficulties is said to have led him to his suicide at age 38, in Perugia. | © Wikipedia





Faruffini, Federico - Pittore ed incisore (Sesto San Giovanni 1831 - Perugia 1869).
Fu allievo a Pavia di G. Trécourt insieme con T. Cremona, con cui passò poi a studiare a Venezia e all'accademia di Brera. Ebbe vita travagliata; morì suicida.
Pittore soprattutto di quadri storici, si distaccò dalla maniera di F. Hayez, inclinando a un romanticismo più soggettivo e drammatico, con audacie coloristiche talvolta originali.
La sua attività ebbe qualche rapporto con quella della Scapigliatura.
- La Scapigliatura fu un movimento artistico e letterario sviluppatosi nell'Italia settentrionale a partire dagli anni sessanta dell'Ottocento; ebbe il suo epicentro a Milano e si andò poi affermando in tutta la penisola. Il termine fu proposto per la prima volta da Cletto Arrighi (pseudonimo di Carlo Righetti) nel suo romanzo “La Scapigliatura e il 6 febbraio” del 1862, ed è la libera traduzione del termine francese bohème (vita da zingari), che si riferiva alla vita disordinata e anticonformista degli artisti parigini descritta nel romanzo di Henri Murger Scènes de la vie de bohème (1847-1849). Contro il romanticismo italiano maggioritario (Manzoni, Berchet, D'Azeglio), recuperarono le suggestioni del romanticismo straniero e diffusero il gusto del naturalismo francese nascente e del maledettismo alla Baudelaire, anticipando verismo e decadentismo.
Si dedicò anche all'acquaforte e, negli ultimi anni, alla fotografia. Opere nelle gallerie di Milano, Pavia, Roma. | © Treccani