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Valentin De Boulogne | Allegoria dell'Italia, 1628-29

L'Allegoria d'Italia (olio su tela, 333 x 245 cm) fu dipinta per il nipote papale, il cardinale Francesco Barberini.
Come in un tableau vivant, personaggi riconoscibili hanno assunto ruoli emblematici: una giovane donna è vestita come l'Italia (indossa una corona merlata, regge uno scudo e sta in piedi su una cornucopia); due uomini dal petto villoso interpretano le parti di divinità fluviali (l'Arno, con un leone, ed il Tevere, con i gemelli Romolo e Remo e la lupa che li allattò).
In quest'opera, Valentin spinse la pratica della pittura da un modello in posa alle sue estreme conseguenze, creando un capolavoro unico, radicale quanto qualsiasi opera di Caravaggio.

Valentin de Boulogne | Allegory of Italy, 1628-29 | Institutum Romanum Finlandiae, Rome

In effetti, nemmeno Gustave Courbet, due secoli dopo, superò il realismo dei modelli-divinità fluviali.
Il dipinto occupava un posto d'onore nella residenza del cardinale e deve aver suscitato conversazioni affascinanti. | Fonte: © The Metropolitan Museum of Art.


Valentin de Boulogne, noto anche con la grafia de Boullogne (Coulommiers, 3 gennaio 1591 – Roma, 19 agosto 1632), è stato un pittore Francese, interprete del tenebrismo e considerato uno dei principali caravaggisti francesi nonché dei più importanti pittori del Seicento romano.
Completamente dimenticato nel Settecento, come tutti i caravaggisti, il pittore viene riscoperto già a partire dalla critica ottocentesca, in particolare in Francia, dove gli vengono attribuiti tutti i quadri incerti in chiaroscuro.
Lo storico dell'arte Federico Zeri lo definisce il più grande dei caravaggeschi.


Si può presumere che Valentin abbia iniziato a dipingere nello studio del padre prima di trasferirsi a Parigi o Fontainebleau e prima di partire per l'Italia.
Valentin è registrato in Italia negli stati d'anime del 1620, quando viveva nella parrocchia di Santa Maria del Popolo.
Durante gli studi in Italia sotto la guida di Simon Vouet, Valentin subì l'influenza di Caravaggio e Bartolomeo Manfredi.
Si unì anche ai Bentvueghels, un vivace gruppo non ufficiale di artisti espatriati, per lo più fiamminghi, e gli fu dato il soprannome di "innamorato", senza dubbio in riferimento al suo nome.


Caravaggio utilizzava uno stile audace e naturalistico, che enfatizzava la comune umanità degli apostoli e dei martiri, lusingando le aspirazioni della Chiesa della Controriforma, mentre il suo vivido chiaroscuro esaltava sia la tridimensionalità che la drammaticità, evocando il mistero della fede.
Caravaggio "seguì un programma militantemente realista, rifiutando sia il Manierismo che il naturalismo classicista" e "nei primi trent'anni del XVII secolo le sue ambizioni naturalistiche ed i suoi rivoluzionari procedimenti artistici attirarono un vasto seguito da tutta Europa".


Manfredi, anch'egli pittore italiano, era conosciuto in tutta Italia ed oltre come il più stretto seguace di Caravaggio.
Nelle tele drammaticamente illuminate del suo periodo successivo, Manfredi adottò un tema ricorrente in Caravaggio: la scena di osteria con personaggi comuni, persino soggetti religiosi, le cui figure sono raffigurate vicino alla superficie del dipinto per coinvolgere lo spettatore nell'azione.


Sebbene Caravaggio e Manfredi possano aver influenzato lo stile ed i temi che divennero comuni nell'opera di Valentin, quest'ultimo studiò anche con Simon Vouet, considerato dai contemporanei uno dei principali pittori francesi.
Le prime opere di Vouet mostrano l'influenza di Caravaggio e sfruttano drammatici contrasti di luce con una tavolozza ristretta di neri, marroni e bianchi.


Valentin ebbe successo con un tipo di composizione inventato da Caravaggio, in cui cartomanti, bevitori o giocatori d'azzardo sono raggruppati attorno ad un tavolo.
Lo stesso Valentin amava le feste ed il buon vino.

Circa 75 delle sue opere sono sopravvissute.
Il genio di Valentin si manifesta nella sottigliezza dell'espressione psicologica e nell'interazione tra i suoi personaggi, nonché nella raffinatezza e nella finezza della sua tecnica pittorica.

Il dipinto di Valentin, "Chiromante con soldati", raffigura un gruppo di giovani soldati, uno dei quali è ipnotizzato dalla cartomante che gli legge la mano.

Valentin de Boulogne | Soldiers Playing Cards and Dice | National Gallery of Art, Washington D.C.

Dietro la zingara, una figura in ombra guarda lo spettatore con un dito sulle labbra in un gesto cospiratorio mentre ruba la borsa della cartomante dalla sua tasca.
Nello stesso momento, il ladro viene a sua volta borseggiato da un bambino. Mentre a una persona viene predetta la fortuna, a un'altra viene rubata quella; e un ladro cade vittima di un altro.