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Arturo Ferrari | Via San Bernardino in Milano, 1912

Arturo Ferrari (Milan, 1861-1932) was an Italian painter.
Initiated into artistic studies by his father Cesare, an associate of Luigi Scrosati, and the painter Mosè Bianchi from Lodi, Arturo Ferrari completed his training at the Brera Academy under the guidance of Giuseppe Bertini from 1877-1884 while working in the studio of Gerolamo Induno at the same time.
He made his debut at the Esposizione di Belle Arti di Brera in 1879 with a view of the interior of Milan Cathedral, thus inaugurating the repertoire of Milanese perspective views that was to be a constant feature of his vast production of oil paintings and watercolours.



He soon became the guiding spirit of a poetic and sentimental evocation of "Old Milan" during the phase of transition to the 20th century, when the face of the city changed radically through wholesale rebuilding.
A regular participant in all the major exhibitions until 1932, the year of his death, he was the recipient of numerous marks of official recognition and enjoyed considerable success with the public as well as the esteem of conservative critics.







Arturo Ferrari (Milano, 1861-1932) è stato un pittore Italiano.
È avviato agli studi artistici dal padre, Cesare Ferrari, collaboratore di Luigi Scrosati, e dal pittore Mosè Bianchi da Lodi.
Compie la propria formazione presso l’Accademia di Brera sotto la guida di Giuseppe Bertini dal 1877-1884, frequentando contemporaneamente lo studio di Gerolamo Induno.


Nel 1879 esordisce all’Esposizione di Belle Arti di Brera con una veduta dell’interno del Duomo di Milano, inaugurando il repertorio di vedute prospettiche milanesi che costituiranno il soggetto ricorrente all’interno della sua vasta produzione di oli ed acquerelli.
In breve tempo diviene l’artefice di una rievocazione poetica e sentimentale della vecchia Milano che nel passaggio verso il Novecento, complice un radicale ristrutturazione edilizia, andava assumendo un nuovo volto.
Costantemente presente alle principali rassegne espositive fino al 1932, anno della sua scomparsa, consegue numerosi riconoscimenti ufficiali insieme con un notevole successo di pubblico e l’apprezzamento della critica conservatrice.