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Dante Gabriel Rossetti ed Elizabeth Siddal

Il Preraffaellismo era un movimento che rifiutava le tradizioni che supponeva posteriori alla pittura di Raffaello Sanzio, rivalutando l'arte dei «primitivi» e dei quattrocentisti: sul piano ideologico, invece, si auspicava un ritorno «all'araldico mondo della cristianità medievale» ed ad un'arte genuina, semplificata, attingendo particolare vigore dai Nazareni, dal gruppo dei puristi italiani e dai primitifs francesi.
Intanto Rossetti si invaghì, nel 1850, di una delle sue modelle.
Era costei Elizabeth Siddal, una donna dolce, indigente ma molto colta e versata nelle arti, che sposò poi dieci anni dopo, nel 1860.



La Siddal stimolò immensamente la fantasia creatrice del marito pittore, che la ritrasse in un ampio numero di quadri e disegni: in Beata Beatrix, addirittura, Rossetti identifica la moglie nella Beatrice Portinari di dantesca memoria.
In questo periodo, infatti, Rossetti eseguì gran parte dei suoi lavori sotto l'ombra di Dante, trasponendo in pittura, con toni liricamente melodrammatici, sia la vita del poeta, che temi spiccatamente neomedievali e cavallereschi.


Delle opere di questi anni si segnalano La visione di Dante: Rachele e Lia, Il sogno di Dante alla morte di Beatrice, Saluto di Beatrice: tutti soggetti esplicitamente desunti dalla Vita Nuova, che Rossetti, come si è detto, tradusse in inglese nel 1861, all'interno di un volume dal titolo di Early Italian Poets.


Ciò malgrado, questo fu un periodo assai luttuoso per il Rossetti.
La moglie Lizzie, infatti, abusava regolarmente del laudano, chiedendone il sollievo contro la sua salute declinante, e col tempo incominciò ad essere dipendente dalla droga, che ne acuiva la lenta consunzione.


Nel 1861, dopo un parto prematuro di un neonato nato morto, la sua salute peggiorò ulteriormente (soffriva di atroci nevralgie), così come la sua depressione e schiavitù del laudano: fu proprio un errato dosaggio dello stupefacente ad ucciderla, l'11 febbraio 1862.
In realtà si scoprirà, dopo molto tempo, che Rossetti aveva occultato la lettera d'addio per evitare lo scandalo del suicidio e le possibili conseguenze legali ed economiche alla sua famiglia che avrebbe potuto portare (essendo il suicidio considerato all'epoca un reato)