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The Art of Photo manipulation


Photo manipulation dates back to some of the earliest photographs captured on glass and tin plates during the 19th century.
The practice began not long after the creation of the first photograph (1825) by Joseph Nicéphore Niépce who developed heliography and made the first photographic print from a photoengraved printing plate.



Traditional photographic prints can be altered using various methods and techniques that involve manipulation directly to the print, such as retouching with ink, paint, airbrushing, or scratching Polaroids during developing (Polaroid art).
Negatives can be manipulated while still in the camera using double-exposure techniques, or in the darkroom by piecing photos or negatives together.
Some darkroom manipulations involved techniques such as bleaching to artfully lighten or totally wash-out parts of the photograph, or hand coloring for aesthetic purposes or to mimic a fine art painting.
In the early 19th century, photography and the technology that made it possible were rather crude and cumbersome.
While the equipment and technology progressed over time, it was not until the late 20th century that photography evolved into the digital realm. At the onset, digital photography was considered by some to be a radical new approach and was initially rejected by photographers because of its substandard quality.
The transition from film to digital has been an ongoing process although great strides were made in the early 21st century as a result of innovation that has greatly improved digital image quality while reducing the bulk and weight of cameras and equipment. | © Wikipedia




















































La manipolazione delle foto risale ad alcune delle prime fotografie catturate su lastre di vetro e ferrotipia (un procedimento di stampa fotografica finalizzato alla realizzazione di immagini su lastre di metallo, solitamente ferro, latta o alluminio (da cui il nome inglese tintype) durante il XIX secolo.
La pratica iniziò non molto tempo dopo la creazione della prima fotografia (1825) di Joseph Nicéphore Niépce che sviluppò l'eliografia e realizzò la prima stampa fotografica da una lastra di stampa fotoincisa.
Le stampe fotografiche tradizionali possono essere modificate utilizzando vari metodi e tecniche che implicano la manipolazione direttamente sulla stampa, come il ritocco con inchiostro, vernice, aerografo o graffio di Polaroid durante lo sviluppo (arte Polaroid).


I negativi possono essere manipolati mentre sono ancora nella fotocamera utilizzando tecniche di doppia esposizione o in camera oscura unendo insieme foto o negativi.
Alcune manipolazioni della camera oscura includevano tecniche come lo sbiancamento per schiarire ad arte o parti completamente sbiadite della fotografia, o la colorazione a mano per scopi estetici o per imitare una pittura artistica.
All'inizio del XIX secolo, la fotografia e la tecnologia che lo rendevano possibile erano piuttosto rozze e macchinose.
Sebbene l'attrezzatura e la tecnologia siano progredite nel tempo, non è stato fino alla fine del XX secolo che la fotografia si è evoluta nel regno digitale.
All'inizio, la fotografia digitale era considerata da alcuni come un nuovo approccio radicale e fu inizialmente rifiutata dai fotografi a causa della sua qualità inferiore agli standard.
Il passaggio dalla pellicola al digitale è stato un processo continuo, sebbene all'inizio del 21° secolo siano stati compiuti grandi passi in avanti a seguito dell'innovazione che ha notevolmente migliorato la qualità dell'immagine digitale riducendo l'ingombro ed il peso di fotocamere ed attrezzature.