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Edvard Munch | Il bacio, 1897

Il bacio è un dipinto ad olio su tela (alto 99 e largo 81 centimetri) di Edvard Munch, realizzato nel 1897 ed è conservato nel Museo Munch di Oslo.
Raffigura una coppia circondata dall'oscurità, in una stanza rischiarata solo da un raggio di luce proveniente da una finestra parzialmente ricoperta da una tenda. I due si abbracciano strettamente, fino a perdere la propria identità, allorché si miscelano in un'unica forma priva di tratti distintivi.
La critica d'arte Roberta Smith sottolinea come Munch abbia favorito «pennellate lunghe [...] che più che dipinte sembrano macchie».
Nel 1892, cinque anni prima della stesura de "Il bacio", Munch eseguì un'altra tela sul medesimo soggetto: si tratta de Il bacio con la finestra.



Secondo il Museum of Modern Art, l'ambiente scuro del Bacio è indicativo dell'ambivalenza di Munch per quanto riguarda l'amore.
Nel dipinto, lo storico d'arte Reinhold Heller ritiene «virtualmente impossibile» separare le due figure, soprattutto nel punto in cui i loro volti si incontrano e si miscelano; considera, inoltre, la raffigurazione dei due amanti un simbolo della «perdita della propria esistenza e identità», eventualità che poi riconduce direttamente alla morte.
Il drammaturgo polacco Stanisław Przybyszewski (1868-1927) criticò categoricamente le due facce, ritenendo che «sembrano un orecchio abnorme... sordo nell'estasi del sangue».
Lo scrittore August Strindberg (1849-1912) era più o meno della stessa opinione, tanto che scrisse che la coppia diventa «una fusione di due esseri umani, dei quali il più piccolo, nelle sembianze di una carpa, sembra pronto per divorare il più grande».
Il critico d'arte Ulrich Bischoff, infine, ritiene che date le somiglianze tra la stanza disadorna de Il bacio e quella del Munch stesso (già effigiata nella Notte a Saint-Cloud) questo dipinto contenga allusioni autobiografiche. | © Wikipedia

Edvard Munch | Il bacio con la finestra, 1892

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