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Francesco Ciusa | Il pane (Bread), 1907


After the great success at the Venice Art Biennale with the work entitled La madre dell’ucciso🎨 (The mother of the killed), the Sardinian modern sculptor Francesco Ciusa🎨 (Nuoro 1883 - Cagliari 1949), gave birth to a second masterpiece: Il pane (Bread, 1907).


A masterpiece in which every single part represents the art of bread-making as a real ceremonial: the steady posture, the concentrated face, the skilful hands confidently working on the mixture, the austerity and the humble elegance of the woman, who looks like a "priestess".
The sculpture’s plaster, irreparably lost, dates back to 1907, whereas the melted bronze, ordered by the Corporations’ Provincial Council of Cagliari, now Chamber of Commerce, dates back to 1927.
Throughout the 1920s Ciusa dealt with this subject again in hispottery’s creations, produced at Spica’s factory in Cagliari, in the street that now bears his name.
The little and precious pottery models strike for the attention and delicacy of every single element, especially the arrangement of the dress’ pleats.




Dopo il grande successo alla Biennale d'Arte di Venezia con l'opera intitolata "La madre dell'ucciso🎨", lo scultore sardo Francesco Ciusa🎨 (Nuoro, 2 luglio 1883 - Cagliari, 26 febbraio 1949), diede alla luce un secondo capolavoro: Il pane, 1907.
Un capolavoro in cui ogni singola parte rappresenta l'arte della panificazione come un vero cerimoniale: la postura stabile, il viso concentrato, le mani abili che lavorano con sicurezza sulla miscela, l'austerità e l'umile eleganza della donna, che sembra una "sacerdotessa".
Il pane era già stato esposto a Roma nel lontano 1908 alla mostra "Amatori e Cultori", un’opera la cui originalità dell’ideazione si allineava ai più evoluti filoni culturali del suo tempo.
L'intonaco della scultura, irrimediabilmente perduto, risale al 1907, mentre il bronzo fuso, ordinato dal Consiglio Provinciale delle Corporazioni di Cagliari, ora Camera di Commercio, risale al 1927.
Per tutto il 1920 Ciusa si occupò di nuovo di questo argomento nelle creazioni della sua produzione di ceramiche, prodotte nello stabilimento di Spica a Cagliari, nella strada che ora porta il suo nome.
I piccoli e preziosi modelli in ceramica colpiscono per l'attenzione e la delicatezza di ogni singolo elemento, in particolare la disposizione delle pieghe dell'abito.