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Pompei | Patrimonio Mondiale dell’Umanità

Il Sito seriale 829 “Aree archeologiche di Pompei, Ercolano, Torre Annunziata” è stato inserito nella lista dei siti Patrimonio Mondiale dell’Umanità il 6 dicembre 1997 sulla base di tre “criteri culturali” definiti dal Comitato del Patrimonio Mondiale:

Criterio iii: "Rappresentare una testimonianza unica o eccezionale di una tradizione culturale o di una civiltà vivente o scomparsa".

I siti archeologici di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata rappresentano una preziosa testimonianza della vita quotidiana e della società in un preciso momento storico, che non trova eguali in nessuna parte del mondo.
Le attività di scavo, avviate nel periodo borbonico e proseguite nel tempo, hanno consentito di recuperare strutture, decorazioni, suppellettili, iscrizioni, graffiti, che permettono di recuperare tutti gli aspetti della vita pubblica e privata antica.



Criterio iv: “Offrire un esempio eminente di un tipo di costruzione o di un complesso architettonico o di un paesaggio che illustri un periodo significativo della storia umana.


Nelle aree archeologiche è possibile ammirare la città romana del periodo compreso tra il I secolo a.C. ed il I secolo d.C. nei suoi diversi aspetti, urbano, architettonico e decorativo e nei suoi elementi caratterizzanti: le ville lussuose, gli appartamenti, le botteghe, i luoghi pubblici, il foro e le strade, ma anche elementi di arredo, utensili ed oggetti della vita quotidiana.


Criterio v: “Costituire un esempio eccezionale di un insediamento umano tradizionale o di un utilizzo del territorio che sia rappresentativo di una o più culture, specialmente se divenuto vulnerabile per l’impatto di cambiamenti irreversibili.


I siti archeologici sono inseriti all’interno di un contesto territoriale complesso, contrassegnato da una commistione di zone residenziali, siti produttivi ed aree di altissimo valore storico- ambientale, dove alto si presenta il rischio vulcanico e sismico.


L’eccezionale densità abitativa e l’espansione edilizia degli ultimi quarant’anni hanno contribuito a compromettere le qualità storico - archeologiche e a stravolgere la tradizionale identità paesaggistica del territorio.


L’ambito territoriale interessato dal Piano di Gestione comprende, infatti, sia i Beni iscritti nella lista del Patrimonio mondiale che un contesto territoriale più esteso, in cui i tre siti archeologici ricadono, compreso nei nuovi confini proposti per la buffer zone. | Maria Rispoli, Responsabile Ufficio Unesco