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William Holman Hunt | The Awakening Conscience, 1853


The Awakening Conscience was conceived as the material counterpart to Hunt's The Light of the World (1851-3, Warden and Fellows of Keble College, Oxford). Its inspiration was a verse from Proverbs:
'As he that taketh away a garment in cold weather, so is he that singeth songs to an heavy heart'.
With his typical thoroughness, Hunt hired a room at Woodbine Villa, 7 Alpha Place, St John's Wood, a 'maison de convenance', to use as the setting.



A gentleman has installed his mistress (known to be such because of her absence of a wedding ring) in a house for their meetings. As they play and sing to Thomas Moore's Oft in the Stilly Night, she has a sudden spiritual revelation. Rising from her lover's lap, she gazes into the sunlit garden beyond, which is reflected in the mirror behind her.
The mirror image represents the woman's lost innocence, but redemption, indicated by the ray of light in the foreground, is still possible. Intended to be 'read', the painting is full of such symbolic elements. The cat toying with the broken-winged bird under the table symbolises the woman's plight. A man's discarded glove warns that the likely fate of a cast-off mistress was prostitution. A tangled skein of yarn on the floor symbolises the web in which the girl is entrapped.
Indeed, as Ruskin wrote to the Times on 25 May 1854, 'the very hem of the poor girl's dress, at which the painter has laboured so closely, thread by thread, has story in it, if we think how soon its pure whiteness may be soiled with dust and rain, her outcast feet failing in the street'. The frame, designed by Hunt, also contains various symbolic emblems; the bells and marigolds stand for warning and sorrow, the star is a sign of spiritual revelation.
The underlying spiritual message was generally ignored by most critics, who concentrated instead on the more sensational aspects of the composition. The model is Hunt's girlfriend Annie Miller, an uneducated barmaid whom he met in 1850 when she was fifteen. | © Tate Gallery, London





Il risveglio della coscienza - The Awakening Conscience - è un dipinto a olio su tela (76,2×55,9 cm) di William Holman Hunt - Pittore Britanico 1827-1910 -, realizzato nel 1853 e conservato nella Tate Britain di Londra.
Il risveglio della coscienza raffigura un tipico interno londinese dell'Ottocento, descritto analiticamente in ogni possibile particolare, prendendo spunto dalla tradizione fiamminga del primo Rinascimento. Con questo dipinto Hunt intende riflettere su un tema contemporaneo, ovvero quello delle donne che - infuocate dall'amore - si lasciavano andare a licenziose avventure, senza tuttavia rispettare il sacro vincolo del matrimonio.
L'uomo, seduto su una sedia, è vestito con grande eleganza: la tuba appoggiata sul tavolo suggerisce che questa non è la sua dimora, ma più probabilmente un'alcova segreta accomodata per la sua amante. Il suo sguardo, molto rilassato - si sta persino lasciando andare a una spontanea risata - ci fa comprendere che è completamente all'oscuro dell'epifania sperimentata dalla donna. La sua mano sinistra, invece, è poggiata sulla tastiera di un pianoforte.
Sul grembo dell'uomo siede una donna bellissima, abbigliata con una veste diafana e con un drappo color rosso fuoco.
Molti critici hanno tentato di riconoscervi una prostituta, anche se più probabilmente si tratta di una semplice donna nubile che ha deciso di intraprendere una relazione sentimentale con quest'uomo (il suo nubilato è ribadito dall'assenza di un anello al suo anulare). Ciò malgrado, si tratta ugualmente di una «donna perduta»: i capelli sciolti non erano ammessi per una donna nemmeno nel proprio soggiorno, così come la veste da notte, e sedersi sul grembo del proprio uomo era proibito in pubblico anche alle donne sposate.
Ebbene, questa donna è divorata dai sensi di rimorso ed ha un improvviso soprassalto d'oscura angoscia esistenziale. Il suo sguardo, tuttavia, è soave, a lasciar presagire forse un futuro pentimento, ed è rivolto verso il giardino esterno, riflesso nell'ampio specchio alle spalle dei due protagonisti. L'intera scena, in effetti, è giocata sul contrasto tra l'interno scuro e cupo, che allude inesorabilmente alla negatività della situazione della donna, e l'esterno inondato di luce, simbolo della sua innocenza perduta.
La difficile relazione tra i due personaggi è sottolineata dai vari particolari che si accalcano nella scena. Sopra il pianoforte non solo è incorniciato l'episodio biblico dell'adultera, bensì vi troviamo anche un orologio racchiuso in una campana di vetro (allusione evidente alla prigionia che tormenta la donna). Sul pavimento giace una copia di una composizione di Alfred Tennyson, Tears, Idle Tears: sono state forse le note di questa poesia, musicata da Edward Lear e probabilmente appena suonata dall'uomo al pianoforte, ad aver toccato i sentimenti della ragazza.
Spaventato dall'improvviso movimento della donna, inoltre, un gatto - classico seduttore - si lascia sfuggire un uccellino, che cerca così una via di fuga (proprio come la fanciulla).
Hunt, pur consapevole della difficoltà della situazione, è tuttavia fiducioso che la donna si redimerà: per questo motivo dipinge sul piede del pianoforte un filo coloratissimo e aggrovigliato che, tuttavia, è illuminato da uno spiraglio di luce. | © Wikipedia