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Gustave Flaubert | Il Dizionario dei luoghi comuni, 1911

Nella sua inesausta lotta contro la stupidità umana, lo scrittore Francese Gustave Flaubert compose il "Dizionario dei luoghi comuni", cioè delle opinioni che per la loro stessa banalità comportano l'adesione del maggior numero di persone.
"Vi si troverà, in ordine alfabetico, su tutti gli argomenti possibili, tutto ciò che bisogna dire in società per essere un uomo come si deve e amabile".


Il Dizionario delle idee ricevute (o Dizionario delle idee accettate; in francese, Le Dictionnaire des idées reçues) è un breve lavoro satirico raccolto e pubblicato nel 1911-13 da appunti compilati da Gustave Flaubert durante gli anni '70 dell'Ottocento, denigrando i cliché endemici della società francese sotto il Secondo Impero francese.

Prende la forma di un dizionario di pensieri e luoghi comuni automatici, contraddittori ed insipidi.
Viene spesso abbinato al Sottisier (una raccolta di citazioni stupide tratte dai libri di scrittori famosi).

L'idea di un'enciclopedia fasulla lo aveva affascinato per tutta la vita.
Da bambino si era divertito a trascrivere le assurde esternazioni di un amico di sua madre, e nel corso della sua carriera ha speculato sul formato migliore per una raccolta di stupidaggini.

In una lettera a Louis Bouilhet del 1850, Flaubert scriveva:
"Un tale libro, con una buona prefazione in cui si afferma che il motivo è il desiderio di riportare la nazione alla Tradizione, all'Ordine ed alle Sane Convenzioni - tutto questo così formulato che il lettore non saprebbe se la sua gamba è stata presa in giro o meno: un libro del genere sarebbe certamente insolito, anche probabile che abbia successo, perché sarebbe interamente aggiornato".

AGENTI DI BORS. Tutti ladri.

ARCHITETTI. Tutti imbecilli.
Fanno le case e si dimenticano sempre le scale.

BIONDE. Più calde delle brune (v. brune).

BRUNE. Più calde delle bionde (v. bionde).

CALVIZIE: Sempre precoce e provocata da eccessi giovanili, oppure dal concepire pensieri elevati.

Slava Fokk | Black Swan / Il Cigno nero

CIGNO: Canta prima di morire.
Con l'ala può spezzare la coscia a un uomo.
Il cigno di Cambrai non era un uccello ma un vescovo.
Il cigno di Mantova è Virgilio.
Il cigno di Pesaro è Rossini.

CORANO. Libro di Maometto che parla solo di donne.

CROCEFISSO. Fa bella figura nell'alcova e sulla ghigliottina.

ECCEZIONE. Dite che «conferma la regola»; non azzardatevi a spiegare come.

EREZIONE. Si usa soltanto a proposito di monumenti.

ESTATE. Sempre eccezionale (v. inverno).

FORTUNA. «Audaces fortuna juvat». «Beati i ricchi, ne hanno di fortuna!».
Quando vi parlano di una fortuna considerevole è bene osservare: «Sì, ma è veramente solida?».

GENIO. Inutile ammirarlo, è una «nevrosi».

IMBECILLE. Chiunque la pensa diversamente da noi.

INVERNO. Sempre eccezionale (v. estate).

ITALIANI. Tutti traditori. Tutti musicisti.

MACELLAI. Terribili in tempo di rivoluzione.

MALATO. Per risollevare il morale di un malato, ridere della sua infermità.

MARE. Non ha fondo.
Immagine dell'infinito.
Fa venire grandi pensieri.
In riva al mare bisogna sempre avere un cannocchiale.
Quando lo si guarda, dire sempre: «Quanta acqua!».

MASSONERIA. Un'altra causa della Rivoluzione!
Le prove di iniziazione sono terribili, c'è chi ne è morto.
Causa di litigi in famiglia.
Guardata di traverso dagli ecclesiastici.
«Quale mai sarà il loro segreto?».

MATERASSO. Più è duro, più è igienico.

PENSARE. Increscioso.
Le cose che ci costringono a farlo vengono di solito accantonate.

RIMA. Non va mai d'accordo con la ragione.

RISPARMIO. Bell'insegna di bottega: ispira fiducia.

SERVIZIO. È per far loro un servizio che i bambini si sculacciano; gli animali si bastonano; i domestici si licenziano; i malfattori si puniscono.

STAMPA. Scoperta meravigliosa.
Ha fatto più male che bene.

TEMPO. Eterno argomento di conversazione.
Causa universale delle malattie.
Lagnarsene sempre.

VOLTAIRE. Celebre per il suo spaventevole «rictus».
Conoscenze scientifiche superficiali. Fonte: © Wikipedia

Eugène Giraud | Caricature de Gustave Flaubert

The Dictionary of Received Ideas (or Dictionary of Accepted Ideas; in French, Le Dictionnaire des idées reçues) is a short satirical work collected and published in 1911-13 from notes compiled by Gustave Flaubert during the 1870s, lampooning the clichés endemic to French society under the Second French Empire.
It takes the form of a dictionary of automatic thoughts and platitudes, self-contradictory and insipid.
It is often paired with the Sottisier (a collection of stupid quotations taken from the books of famous writers).

The idea of a spoof encyclopedia had fascinated him all his life.
As a child, he had amused himself by writing down the absurd utterances of a friend of his mother's, and over the course of his career he speculated as to the best format for a compilation of stupidities.

In a letter to Louis Bouilhet from 1850, Flaubert wrote:

"Such a book, with a good preface in which the motive would be stated to be the desire to bring the nation back to Tradition, Order and Sound Conventions - all this so phrased that the reader would not know whether or not his leg was being pulled - such a book would certainly be unusual, even likely to succeed, because it would be entirely up to the minute".

He wrote to Louise Colet in 1852:

"No law could attack me, though I should attack everything. It would be the justification of Whatever is, is right. I should sacrifice the great men to all the nitwits, the martyrs to all the executioners, and do it in a style carried to the wildest pitch - fireworks... After reading the book, one would be afraid to talk, for fear of using one of the phrases in it".

  • ABSINTHE. Extra-violent poison: one glass and you're dead. Newspapermen drink it as they write their copy. Has killed more soldiers than the Bedouin.
  • ARCHIMEDES. On hearing his name, shout "Eureka!" Or else: "Give me a fulcrum and I will move the world". There is also Archimedes' screw, but you are not expected to know what it is.
  • FEUDALISM. No need to have one single precise notion about it: thunder against.
  • OMEGA. Second letter of the Greek alphabet.
  • THIRTEEN. Avoid being thirteen at table; it brings bad luck. The sceptics should not fail to crack jokes: "What is the difference? I'll eat enough for two!" Or again, if there are ladies, ask if any is pregnant.
  • WALTZ. Wax indignant about. A lascivious, impure dance that should only be danced by old ladies.